Non c’è una risposta universale che vada bene per tutti. Vorrei soffermarmi però sulla questione della noia. Spesso capita di rivolgere l’attenzione al cellulare quando siamo annoiati, ad esempio sull’autobus, quando siamo in fila alla posta o aspettando l’arrivo di una persona. Il tenere lo sguardo basso, fisso sullo schermo ci impedisce di entrare in comunicazione con gli altri, di scambiare uno sguardo di intesa, anche solo di guardarsi intorno. Tutti gli stimoli devono essere filtrato da uno schermo. Il cellulare ci mette in una posizione comoda che non crea ansia ma che al contrario la risolve, facendoci chiudere in un guscio protettivo.
A volte è un modo per sfuggire alla noia: quando ci annoiamo veniamo in contatto con l’angoscia, la tristezza e il senso di vuoto. Ed è proprio da questo senso di vuoto che si fa di tutto per scappare, per non ascoltare le richieste del nostro Io interiore.
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